Kritiken / critics

2003
Paola Trevisan

Peter  Binz è un autore svizzero di Zurigo. Artista free-lance, dal ’95 ha
esposto i suoilavori in mostre collettive e personali, in Svizzera e Germania
soprattutto, e alcune sueopere sono esposte nelle collezione permanenti di
importanti istituzioni pubbliche a Zu-rigo, Parigi e Losanna.Oltre a realizzare
sculture costituite da construzioni incorporanti materiale diversi
qualimetalli, plexiglass e fibre fluorescenti, Peter Binz si dedica ad una
produzione artisticache puo essere suddivisia in tre tipologie di lavori: i „
Solaris“, le „Lasergrafie“ ela„Meta-morfosi“.I „Solaris“ sono una particolare
combinazione di effetti rarefatti in quanto creati tramiteun raggio di luce
catturato direttamente da un materiale fotosensibile, con
particolaricomposizioni formali e coloristiche, di solito in blu e rosso. Le
mmagini ottenute median-te l’interferenza di fasci laser si stagliano su uno
sfondo nero, aumentando la spettaco-larità insieme all’effetto spaziale e
tridimensionale del risultato.E’affascinante come diversi prospettive siano
combinate in un’immagine olografica di Binzche invitano la mente
dello spettatore a vederle in un’unica immagine.L’olografica ha aperto ampie
ed innovative possibilità proponendo ed utilizzando una nuo-va visione
dell’arte; permette ad artisti come Binz  di produrre lavori che sarebbero altri-
menti impossibili con quasiasi altro medium. Tali artisti stanno raggiungendo
un interonuovo livello di espressione artistica che crea un suggestivo ambiente
circostante.Le „Lasergrafie“ – come i „Solaris“ – ci rimandano ad
un’atmosfera astrale, dove formecolorate e dinamiche campeggiano nelle
spazio, diventando soggetto e richiamo sugge-stivo per l’occhio dello
spettatore. Questi lavori, di cui ne è un affascinante esempio l’o-pera
pubblicata in catalogo „The Magic Window“, creano attorno a loro un intero
spaziocon cui interagiscono e dialogano ma lo trasformano in qualcosa d’altro,
di tridimensio-nale, sebbene montati su superfici bidimensionali.Nei lavori di
Binz la luce coinvolge lo spettatore sostituendosi alla rappresentazione del-la
pittura: il suo squardo e la sua mente non sono chiamati ad interpretazioni o
intenticomunicativi ma semplicemente a godere di questa spettacolare
opera.Una  terza tipologia di lavori eseguiti dall’autore sono le „Metamorfosi“.
Sono dipinti realiz-zati in camera oscura usando un gruppo di cavi in fibre
ottiche modificati e dipingendodirettamente sulla pellicola fotosenibile prima
della successiva elaborazione al computer.Peter Binz dimostra come l’arte
contemporanea stia abbandonando i tradizionali percosidel fare artistico,
spingendosi verso la sperimentazione di mezzi del tutto inconsueti manon per
questo meno stimolanti. Non è solo l’era della digitalizzazione delle
immagini maanche dei „Solaris“ e delle „Lasergrafie“; i risultati ottenuti
dall’autore, che si avvale dimezzi cosi poco materici, sottolineano come
l’opera d’arte debba essere valutata indipen-dentemente dalla sua
realizzazione.
Peter Binz ci rivela, con le sue opere, l’infinità di mondi artistici che abbiamo
ancore dascoprire.


2007
Pino Bonanno

Trapezista della contemporaneita


I giochi cromatici, la fantasia grafica, il ritmo segnico, l’atmosfera surreale,
sono la cifrapersonale dell’artista elvetico. Fotografo di formazione, Peter Binz
ha evoluto le sue tecniche verso la grafica computerizzata, la digital art, con
esiti sorprendenti in cui l’impatto formale è forte edoriginale. Binz è ormai un
artista affermato e della sua esperienza creativa ci sono i segni in
moltecollezioni pubbliche e private di tutto il mondo.
Attraverso la sua tecnica, di arte contemporanea, egli attua una sorta di
nomadismo, un viaggio attraverso le varie culture e le sue intuizioni personali.
E’ un nomadismo d’esperienza professionale, ma è anche uno slittamento
fisico e virtuale verso molteplici possibilità per esplorare e capire ciò che ci
preesiste, ci coinvolge, ci sollecita ed è lontano, e per aprire altri e più
stimolanti scenari, soprattutto mentali. Attraverso la sua tecnica,
apparentemente illimitata nelle sue potenziali elaborazioni, i suoi lavori fanno
immaginare di poter realizzare l’ ”Opera Totale” preconizzata da Kandinsky.
Le sue opere ci permettono di capire in profondità le ricerche, le elaborazioni
attraverso cui si può giungere con l’utilizzo del mezzo digitale, senza che
questo venga visto come un automatismo tecnico totale per ottenere risultati
creativamente artistici.
Binz dimostra, con le sue creazioni, che siamo di fronte all’essenza dell’idea
del mondo. Egli stravolge i contorni e i riferimenti della vita umana, della
realtà. Cambia il nostro rapporto con lo spazio, con il nostro stesso modo di
pensare. Possiamo dire che l’artista svizzero ha raggiunto un tale livello di
qualità artistica da confondere e modificare il nostro modo di osservare le
modalità espressive tradizionali. Realizza, soprattutto, un diverso modo
espressivo che permette di visualizzare attraverso immagini immateriali le
emozioni, i sentimenti, la nostra più remota essenza, fino al vagito
primordiale, agli elementi costitutivi della vita umana.
L’artista acutizza la rappresentazione dei sentimenti, delle emozioni, proprio
perché ci costringe a guardare dentro di noi e tutto ciò che ci circonda diviene
occasionale e residuale. Contiamo solo noi stessi, come se i nostri pensieri fossero riflessi
da uno specchio e gli occhi non fossero più sensi prioritari.
La scelta di Peter Binz, di esprimersi attraverso la digital art, e con pochi multipli,
ci consente di intraprendere uno straordinario viaggio nell’universo più intimo,
con una libertà senza steccati.
Ci consente di osservare, da una posizione assolutamente privilegiata,
la complessità del mondo contemporaneo, convulso eppure tanto vicino alle nostre istanze,
tanto profondamente umano.
Viviamo in un momento in cui tutto sembra normale e “consumato”, eppure
Binz, con il suo alchemico sistema espressivo, tra acrobazie grafiche e
spaziature cromatiche sapienti, ci fa capire che l’arte non copia o trasforma la
realtà, ma la inventa, la modella secondo una coscienza che prima ancora che razionale è emozionale.
Ci fa muovere dentro questo nuovo mondo intuendo, creando percorsi alternativi, anche se regolati
dalle singolari leggi dell’arte che vogliono da noi una specifica assuefazione, una acuta propensione
all’immateriale, ai sogni, all’alterità. Binz ci fa toccare con mano la grande
differenza con le tradizionali tecniche espressive, in quanto permette di
svincolarci dai limiti delle “normali” percezioni: con l’immaginazione
virtuale possiamo dare nuove forme agli oggetti, definiti con illuminazioni
cromatiche irreali dosate su basi mentali, ma possiamo perfino dare nuove forme e manifestazioni alla sensibilità.
Possiamo vedere con occhi nuovi anche
l’arte. Così facendo egli contribuisce alla creazione e alla diffusione di un’arte
immateriale così profondamente integrata nella nostra quotidianità.
Il suo processo creativo, i suoi stimoli espressivi, le sue peripezie della mente
contribuiscono fortemente alla costruzione della storia dell’arte
contemporanea.


2009 Prof. Arch. Gianluigi Guarneri

"Frame"temporali codificati come raffinate sequenze digitali, descrivono
l'universo figurativo di Peter Binz.Tramite la digital- art, l'artista ci racconta
innumerevoli realtà percettive attraverso un caleidoscopio di immagini,
ponendo la donna al centro della sua ricerca compositiva.
Sovrapposizioni di ricordi, eventi, sensazioni, si integrano graficamente tramite
linee circolari, generando un vortice dinamico che trasforma le innumerevoli
tonalità cromatiche, presenti sulla tela, in omogenee campiture di colore dal
fascino discreto e coinvolgente. Profili di ieratiche figure femminili indagano
lo spazio prospettico, assurgono a profetiche"Cassandre"dallo sguardo
interlocutorio, attendono silenti l'irrevocabile dissoluzione degli eventi.

Temporal frames codified like digital refined sequences describe the figurative
universe in Peter Binz ‘s art. Through the digita lart the artist tells us countless
perceptive realities thanks to a kaledoidoscopic of images placing the woman
in the centre of hisresearch. Superimposing of memories, events, sensations are
graphically blend thanks to circular lines producing a dynamic vortex which
transforms the numberless chromatic shades on the canvas into homogeneous,
charming and enthralling background. Silhouettes of hieratic female figures
look into the perspective space, they rise to prophetic “ Cassandra” with
their open glance waiting silently the final dissolution of the events themselves.

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